Oggi vi racconterò qualcosa di folle ma che è accaduto veramente, proprio qualche giorno fa.

Prima vi parlerò del retroscena che è quello che ho realmente vissuto, il resto mi è stato solo raccontato da quattro splendidi avventurieri (pazzi).

Il retroscena è questo: Trebisacce (CS), il paese del mio Pepè, gira voce che i parenti da Milano scenderanno ad Agosto (come quasi ogni anno).

Peppe scende in bici quest’anno” , questa frase piano piano ha invaso le case e le vite di ognuno di noi, e tutti ci chiedevamo “Ma come fa?” e ancora “E che percorso farà?” ,”Ma viene da solo?” , dopo qualche tempo iniziano ad arrivare le prime risposte “No, non viene da solo, sarà accompagnato in bici da un altro pazzo cugino” .

Questo pazzo cugino si chiama Simone, è di Bologna e fa parte di un gruppo di amici e ciclisti meglio conosciuti come ASD GREEN DEVILS. Simone va in bici da circa vent’anni, appassionato soprattutto di mountain bike e la follia che sta per compiere insieme a Peppe è la sua prima lunga follia in strada. Ah, Simone ama girare in mezzo alla natura.

Peppe, come Simone, va in bicicletta da circa vent’anni, ma costantemente dal 2019. Trasferitosi da Trebisacce(CS) a Gorla Minore (VA) nel 1995, fa parte di un gruppo di amici e ciclisti che si ritrova nel fine settimana. Dice lo stesso Peppe “I giri più belli li facciamo in Piemonte, andiamo in Svizzera, sui laghi, usciamo fuori nazione, però la media dei giri è intorno ai 120 km. Del mio gruppo fanno parte tanti pensionati, e dimostra che la bici è un elisir.

Dunque, amici miei, qui si parla sì di pazzi ma anche di professionisti mossi da tantissima passione che decidono così di compiere quella che loro stessi hanno chiamato “Sfida-sogno“: attraversare 1114 km in bicicletta seguendo un percorso studiato, organizzato e consigliato da siti, mappe e navigatori.

Il tutto arricchito dalla presenza costante delle loro dolci metà che hanno accompagnato questi pazzi ciclisti in macchina, seguendoli, aspettandoli, cercandoli, abbracciandoli (dopo la doccia): Cristina e Veronica, entrambe appassionate di sport, viaggi e pazzi.

Bene, è ora di partire e si preparano le borse: borraccia attaccata alla bici, telefono, computer con MAPS, ricambi della bicicletta, una valigetta con il necessario per le bici, attrezzi vari, una bella dose di follia, tanto amore e voglia di raggiungere gli abbracci dei parenti (sempre dopo la doccia).

Primo giorno:

partenza giorno 7 agosto alle 6 da Gorla Minore. La prima fermata, purtroppo, è una foratura, accaduta a Morimondo, in provincia di Pavia, ma il tutto viene riparato in fretta. Si riparte e attraversano, tra Pavia e Piacenza, il fiume Po. Oltre alla foratura, il primo giorno di viaggio è caratterizzato anche da un forte vento contro ma per una decina di chilometri hanno avuto il piacere di attaccarsi grazie al supporto di un paio di ciclisti.

Così, tra venti, incontri e foratura attraversano: Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio Emilia e Modena per poi giungere intorno alle 20.40 a Bologna, qui finisce la prima lunga tappa di circa 275 km. Le dolci metà, nel frattempo, avevano già incontrato i ciclisti nell’ora di pranzo per sgranocchiare insieme un toast, gli hanno dato delle camere d’aria e si sono rimesse in viaggio anche loro con il bellissimo furgoncino.

Ah, per quanto riguardo il bollettino notturno: Peppe dice di non aver dormito molto bene, Simone ha dormito e Cristina e Veronica commentano la prima notte di sonno con “Minchia!”. Ci stringiamo, dunque, tutti attorno all’unico ciclista rimasto senza ore di sonno: il povero Peppe.

Secondo giorno:

sveglia alle 7 ma alcuni contrattempi hanno fatto partire i ciclisti alle 10, fanno tappa in un negozio per risolvere un problema tecnico alla bicicletta di Simone e partono per la prossima fermata: Marotta (8 km prima di Sinigallia).

Lungo questo percorso c’è stata una piacevole fermata: il mare. Che dicono facesse cacare ma aggiungono “Comunque era sempre mare“. Di farsi il bagno nemmeno a parlarne, però hanno fatto una foto ricordo e i colori del mare hanno entusiasmato la ciurma dandogli una grande carica. I percorsi sono sempre più ricchi di nuove scoperte: Imola, Faenza, Forlì, Forlimpopoli, Gatteo a mare e ancora tutta la costa adriatica: Rimini, Riccione, Cattolica, Pesaro, Fano per giungere a Marotta intorno alle 20.

La compagna di questo secondo giorno è stata la pioggia, affezionatissima, che non li ha mollati per tutta la riviera.

A Sinigallia trovano Cristina e Veronica che sono arrivate in questo albergo a venti minuti dal mare, successivamente, insieme ai ciclisti hanno cenato in un ristorante di prodotti tipici delle Marche.

I quattro avventurieri si addormentano, fanno sogni d’oro e pensano a quel mare che “Non era il mare della Calabria, ma rivederlo è stato forte“.

Terzo giorno:

finalmente un risveglio ricco di particolari: il verso dei piccioni li butta giù dal letto. Fanno colazione e manutenzione alle bici sul lungomare.

La prossima tappa per questo secondo giorno è subito dopo Pescara, precisamente Lido Riccio. Hanno attraversato tanta strada e dicono sia stato il giorno più liscio, hanno percorso tanto lungomare, quindi più piacevole e più veloce in quanto la tappa più corta con meno intoppi e con il vento a favore, ma tanto traffico. Commentano questa giornata con “è stata una favola”. Arrivati a Lido Riccio alle 17.30, fanno un bagno proprio sotto il loro alberghetto e si rilassano insieme a Cristina e Veronica.

Il bollettino notturno purtroppo non è dei migliori, in quanto caratterizzato da pessime reti, pessimi letti, Peppe ha dormito solo tre ore.

Quarto giorno:

sveglia alle 6, partiti alle 7.10 verso Margherita di Savoia (Puglia, vicino Barletta). Il primo pezzo di strada lo percorrono su una pista ciclabile sul mare, poi ad Apricena, vicino San Severo, un automobilista distratto, ha tagliato uno STOP e Peppe si è ritrovato sul cofano della sua macchina fortunatamente illeso, solo qualche botta e pochissimi danni alla bici. Un automobilista che ha sinceramente prestato attenzione ai danni subiti, e anche alla follia dei due ciclisti, ma tutto finito per il meglio. Gli incontri non finiscono qui, raccontano di uno splendido intervento di altri due ciclisti che hanno fornito un pezzo della bicicletta permettendo a Peppe e Simone di continuare a viaggiare. Un incontro con altri due pazzi che partivano da Bologna verso Lecce, mandiamo un bacio anche a loro. Simone commenta questo incontro con grande stupore “Bastava far passare qualche minuto e non ci saremmo mai incontrati”.

Le dolci metà, si fermano prima di arrivare alla quarta tappa, visitando Vasto, ancora in Abbruzzo. Raggiungono poi i ciclisti “in mezzo al niente”, hanno pranzato tutti insieme a Poggio Imperiale, in Puglia, precisamente da “quel benzinaio lì“. Subito dopo pranzo, ripartono verso Margherita di Savoia, arrivate alle 19. Grigliata di carne tutti insieme per poi dormire sonni beati, Peppe commenta con “letti favolosi“.

Quinto e ultimo giorno:

Colazione e partenza con calma, intorno alle 8.50 e questo è stato il primo errore perché quello che arrivava dopo era il nulla fino a Gravina di Puglia, dicono sia stata un’esperienza imprevedibile perché il navigatore li ha portati nel nulla, nelle campagne, strade sterrate, 80 km così, mulattiere, pochissime persone, pochissimo asfalto, zero fontanelle. Fondamentale l’aiuto di Cristina e Veronica che hanno seguito passo passo i ciclisti lungo questi percorsi tortuosi. Quest’ultima giornata è stata la più dura ma la più bella, tantissima salita, i primi 100 km sempre a salire fino a Matera e poi da lì tutto a scendere. Hanno pranzato a Gravina di Puglia e da lì di nuovo in viaggio verso l’amata e attesa Trebisacce cercando di sfuggire alla pioggia, che fortunatamente è arrivata solo alla fine, precisamente quando tutti i parenti aspettavano i temerari cugini sul pontile e con uno striscione pensato, organizzato e dipinto dalle mani e dal cuore prezioso di Madlene, la sorella di Peppe, che aspettava il fratello a braccia aperte e con le dita ancora sporche di tempera rossa.

Una piccola nota dolente che deve essere necessariamente appuntata in questo viaggio è il duro percorso che hanno affrontato i due ciclisti in quest’ultima tappa: da Metaponto a Novasiri hanno caricato le bici sul furgone e hanno fatto un tratto in macchina perché non c’era una strada da fare, oltre la 106, che in quel tratto è vietata al transito di bici.

Creiamo, tutti insieme, una bella catena di passaparola per aiutare ciclisti, avventurieri ed esploratori a vivere questi paesi con i mezzi appropriati, grazie.

Dopo questa piccola polemica siamo giunti al termine di questo viaggio ricco di emozioni indescrivibili, come quella che hanno provato Simone e Peppe nel vederci tutti insieme abbracciati sul pontile a gridare “Hip hip urrà” con una scritta che pendeva in mezzo alle nostre braccia “Pedalando verso Sud“.

Un percorso condiviso, attimo per attimo, con la propria famiglia, ferie sacrificate per vincere questa sfida di cinque giorni, cuori aperti, gambe doloranti, magliette sudate, botte e lividi per riabbracciare la propria gente, per rivedere quel mare, per bagnarsi in quel mare che è Mare, che è Casa.

Questa impresa, oltre al loro sangue, unisce Peppe e Simone sin da piccoli, rimandata sempre per tanti motivi, compresa la pandemia, ma che quest’anno non ha portato ancora una volta via.

Peppe e Simone sono arrivati a Trebisacce accolti da tutto l’amore possibile e noi li ringraziamo per averci fatto vivere insieme a loro questo sogno, li ringraziamo per avercela fatta, per avercela messa tutta, per averci fatto emozionare.

Infine, a nome di tutta la famiglia, grazie a Cristina e Veronica, senza le quali nessuno di noi avrebbe potuto vivere questo sogno.

La prossima volta non sarà una sfida, sarà solo un viaggio.

Peppe e Simone 1114 km Gorla Minore (Va) – Trebisacce (CS) in bicicletta

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